Come nasce il gommone da diporto?

Il gommone da diporto, nasce dal mix dei mezzi militari e della tecnologia della tela impermeabilizzata. L’aria, che è molto più leggera dell’acqua, riesce a tenere in superficie pesi elevati al di là della forma che presentano. Da questo principio derivano due delle principali caratteristiche di questa tipologia di imbarcazione: leggerezza e galleggiabilità.

La forma

Date le precedenti premesse, è intuibile che la forma di questa imbarcazione pneumatica, derivi da un assemblamento delle varie figure generate in tondo. La sezione portante del mezzo è formata dai tubolari che si riuniscono a prua, dando forma squadrata e aguzza. Questa è anche la principale riserva di galleggiamento. A poppa, è chiuso da coni o calotte assieme al pagliolato, che sostituisce la sola sezione non pneumatica dell’assieme. Infine, il telo di carena viene fissato ai tubolari e risvoltato sul calcagnolo dello specchio di poppa per chiudere il mezzo. Il complesso verrà poi messo in tensione per riuscire ad ottenere quella stabilità di forma necessaria per il suo utilizzo.

Tessuto e gommatura

A lavoro finito, il gommone è ricoperto di tessuto gommato che, a sua volta, è formato da due parti: il supporto tessile e la gommatura. Il primo è di minor lavorabilità, non saldabile ma solo ancora cucibile e non in grado di tenere né aria né acqua. Ecco perché è necessario di una copertura, su tutte e due le facce, che lo renda impermeabile ad agenti chimico/fisici. Solitamente si utilizzano due tipi fondamentali di gommatura: quella con elastomero (mescole o semplicemente neoprene e hypalon) o quella con plastomero (il PVC).

Manutenzione e riparazione

Per quanto riguarda la manutenzione di questo tipo di imbarcazione, fondamentale è la pulizia stagionale attraverso saponi e sgrassanti, nel caso di sporco grasso. Si passa poi all’utilizzo di un solvente leggero a base di toluolo e mai di trielina. Per la conservazione invernale, è necessario riporre il gommone sgonfio, non ripiegato, in un luogo areato.

La motorizzazione

Obiettivo della motorizzazione: essere leggere, consumare il meno possibile, ma essere abbastanza potenti da mandare in planata tutto il complesso con almeno 4 persone a bordo. Come sempre, è bene affidarsi a professionisti del settore per ricevere consigli che portino al risultato ma, in linea generale, per la motorizzazione del «tradizionale» non sono necessarie elevate potenze. Generalmente per misure che superano i 4,20m, ci sono modelli molto performanti da 10 a 25 cavalli. Per i compositi, la motorizzazione segue il capitolo destinato alle imbarcazioni tradizionali.

Questa vuole essere una breve presentazione di un altro tipo di imbarcazione con cui è possibile solcare i mari con non poche soddisfazioni. Se siete interessati a ricevere maggiori informazioni in merito o se volete passare a trovarci in officina per dare un’occhiata ai modelli presenti, non esitate a contattarci e date un’occhiata alla sezione “Gommoni” sul nostro sito.

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